OSSIDIANA
TIME 22 newsletter semestrale di Ossidiana Centro Culturale e di Espressione dicembre 2004 undicesimo anno |
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Racconti
di architettura |
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Spesso
in tutte quelle occasioni in cui diventiamo turisti non per caso ma
per scelta - cosa che non accade mai peraltro nel luogo in cui viviamo
- pensiamo alla città come ad un museo. Le strade diventano allora
per-corsi prestabiliti, faticose rassegne di monumenti fruiti con la
fretta e la disattenzione cui ci costringe la volontà di voler
vedere tutto, o quasi. Questo implica che la nostra percezione spesso
sia conformata in modo standard, con quella superficialità dello
sguardo che condanna in fondo all’invisibilità, all’uguaglianza
insensibile: “noi siamo e ci muoviamo nella stessa vertigine della
mescolanza, di cui infliggiamo il supplizio all’arte del passato”
diceva il poeta Paul Valéry. La città-museo costituisce
lo sfondo di innumerevoli trame nascoste che spesso non vediamo, un
universo multiforme e poco conosciuto. La maggior parte di noi infatti
non è a-bituata a pensare all’architettura come ad un racconto.
Invece l’architettura è uno dei tanti linguaggi con cui
si possono raccontare le storie, … addirittura le favole! E la
città stessa in questa prospettiva è assimilabile ad un
testo linguistico. Anzi, crediamo che ogni città si costituisca
storicamente come corpo vivente linguistico, attraverso un insieme di
sedimentazioni e riattivazioni, come stratificazione perenne di significati.
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L'intervista
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Ossidiana vanta una Scuola di Pittura e Disegno che, sotto la sapiente direzione artistica di Toni Vedù, e grazie alla preziosa collaborazione di validi ed apprezzati docenti è andata sviluppandosi e consolidandosi per ciò che riguarda la struttura e la qualità dei percorsi didattici proposti. Un nuovo ed interessante apporto viene quest’anno dalla collaborazione di Federico Pillan e Michela Bogoni, una coppia, a tutti gli effetti, di ar-tisti con solide basi di studi classici ed anni di esperienza pittorica soprattutto per ciò che riguarda l’arte figu-rativa e che hanno saputo simpaticamente coniugare la passione con il lavoro, il piacere con l’utilità, affian-cando la loro attività di pittori con quella di madonnari su commissione, che permette loro di divertirsi girando il mondo. Ed ecco come Federico Pillan ci parla della sua passione.
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