“Non
è possibile! Mi deve obbedire. Tutti fanno sempre come dico io.
E guarda qui che risposte!”. Gli occhi attoniti, la mascella contratta,
i pugni chiusi, osservava con astio e risentimento lo schermo da 15
pollici nuovo di zecca, luminoso, colorato e algido nella sua completa
indifferenza ai comandi di lui perentori, nervosi e reiterati ossessivamente...
e pensare che nessuno mai si faceva ripetere due volte i suoi ordini,
non esisteva mai una seconda volta! Il suo sguardo variava da assassino
a incredulo a indagatore a vuoto totale, ma sullo schermo tutto rimaneva
invariato, non si scomponeva, non cambiava una virgola ...Impossibile
accedere ad A:\. Periferica non pronta. Riprova - Annulla... Perfino
irriverente! Lo sapeva che non doveva fidarsi del rivenditore, troppe
parole, ed ora come poteva uscire da una situazione tanto imbarazzante?
A tutti aveva dato a vedere di intendersene, a Laura non poteva proprio
chiedere aiuto, ad una segretaria si danno solo ordini e che si sbrighi
e non perda tempo che il tempo è denaro, e che non si permetta
di sbagliare... “però lei al computer non sbaglia, sembra
quasi che ci si diverta, e alle mie spalle... sono io che le ho pagato
il corso per imparare a fare quelle quattro stupidaggini, e la riconoscenza
dove è andata a finire? Ho dovuto anche concederle il pomeriggio
di ferie per il compleanno del figlio; conclusione: io sono qui a dovermi
arrangiare da solo e a diventare matto”! E intanto: Errore
durante la scrittura su LPT1 della stampante. Problema durante l’invio
del documento alla stampante. Assicurarsi che la stampante sia in linea
e che il cavo sia collegato. Per continuare a stampare, scegliere Riprova.
L’operazione verrà ripetuta. Riprova - Annulla. E
riprovava a digitare... All’improvviso la scena era cambiata e,
come per miracolo, era apparso: Impossibile spostare DOCUMENTI.
La cartella di destinazione e quella di origine coincidono. OK. Cosa
aveva fatto? di certo non era stato lui, aveva solo cliccato col mouse
per aprire questa cartella. Ma anche quel mouse, scivolava da tutte
le parti, indisciplinato, calamitato e capriccioso, ribelle! Ormai aveva
aperto cartelle, chiuso file, ridotto a icona, spostato finestre, cliccato
due volte, bottone destro, bottone sinistro, un’infinità
di comandi, ma non era ancora riuscito a salvare nel drive A:\.
Era tardi, sicuramente la notte avrebbe portato consiglio e l’indomani
prestissimo sarebbe tornato in ufficio a sistemare ogni cosa, prima
che Laura potesse vedere il pasticcio in cui si era cacciato. Ma la
notte fu avara di consigli e prodiga di immagini terrificanti; tutti
attorno lo deridevano, e sul più brutto, nel momento in cui una
voce aspra, gelida, imperiosa e violenta usciva da uno schermo mostruoso
e soverchiante per dirgli sicuramente qualcosa di poco carino, si risvegliò
bruscamente, sudato, tremante, col cuore in gola, incapace di emettere
qualsiasi suono, nemmeno “aiuto”. E aiuto poteva di certo
averne, bastava chiederlo... La mattina dopo cellulare all’orecchio,
dita nervose sulla tastiera, voce quasi in falsetto non era poi tanto
difficile farsi guidare da una voce assonnata ma sicura all’altro
capo della linea che gli indicava i passi da compiere, dove mettere
i piedi, anzi le mani, e che percorso scegliere per arrivare sani e
salvi alla meta. “Paolo, mi devi dedicare ancora del tempo! Domani
vengo da te per perfezionarmi... ma sì, si fa per dire... Certo
che ti ascolterò, non voglio più passare una serata come
quella di ieri”. Era diventato tutto rosso, ma Paolo fortunatamente
non poteva vederlo. Gli era costato molto del suo orgoglio, ma ora tutto
era a posto. Fine della sessione di lavoro. Arresta il sistema.
E’ ora possibile spegnere il computer.
La ditta stava riaprendo e il suo aspetto era ridiventato quello di
un capo fiero, tutto di un pezzo, burbero e severo, ma sul suo viso
ormai rasserenato non poteva nascondere un’ombra di sorriso che
divenne più evidente e compiaciuto guardando lo stupore di Laura
che al computer stava esaminando incredula il nuovo documento, perfetto,
sintetico, perfino elegante, formattato perfettamente, come a lui piaceva
mostrarsi in pubblico.
Gianni Gastaldon
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