Sabato 19 e domenica 20 aprile 2008: presentazione degli studi finali
della Scuola di Teatro Corale® di Ossidiana. Gli allievi del triennio
sono saliti sul palco del Teatro Astra di Vicenza e hanno dato fondo alle
proprie risorse, di gruppo e individuali, per tre “rappresentazioni”
belle ed emozionanti, dimostrando una carica di determinazione ed entusiasmo
pari all’impegno con cui hanno imparato le regole ed i trucchi del
“mestiere” durante il training teatrale, da ottobre ad aprile,
sotto la guida di Carlo Presotto, Titino Carrara, Franca Pretto e Gianni
Gastaldon. Anche il pubblico ha fatto la sua parte: partecipazione numerosa
e attenta, applausi abbondanti e di cuore, commenti entusiasti, sensibili
e precisi hanno fatto brillare ancor di più gli occhi degli attori
e confermato ai docenti l’utilità e la bellezza dell’esperienza
teatrale, la validità del percorso effettuato, la portata positiva
della loro stretta collaborazione, e la scelta vincente nell’utilizzare
il metodo del Teatro Corale® da loro stessi creato ed elaborato.
I commenti degli allievi. poi, sono stati carichi di commozione e soddisfazione,
appaganti per compagni e docenti, ma soprattutto densi di vita, di significato
e di forza personali.
Ne riportiamo alcuni:
Guendalina
- Primo Anno - Interprete di “Cian Bolpin e le scarpe magiche”
da Il paese dove non si muore mai:
...ogni tanto tengo una specie di diario anzi di fogli sparsi e qualche
giorno dopo ripensando allo spettacolo e a tutto il percorso fatto insieme
mi è venuto da scrivere queste cose...
“era il primo anno che mi avvicinavo a fare teatro, altre volte
avrei voluto, poi i se e i ma l’hanno fatta da padroni..., e quest’anno
la prima cosa cui ho pensato è stata perchè non ho cominciato
prima? Penso che un’emozione forte come quella che si vive a teatro
sia assolutamente unica per ognuno... per me il teatro è stato
un istante di meraviglia... si apre il sipario, è arrivato davvero
quel momento tanto atteso e anche se per pochi attimi sono riuscita a
sentirmi viva come poche volte, ecco il teatro mi ha fatto sentire viva,
mi ha fatto sentire che avevo tutte quelle persone che aspettavano le
mie parole che aspettavano me, noi e la storia che avevamo da raccontare...
e poi persa la cognizione del tempo il sipario si richiude... è
stato un attimo, un istante breve nei suoi 40 minuti e immenso negli stessi
40 minuti che ha racchiuso dentro mille emozioni... Alcuni la chiamano
adrenalina, altri felicità... qualunque cosa sia stata è
stata meravigliosa...”
Flavio
– Primo anno - Interprete di “Cian Bolpin e le scarpe magiche”
da Il paese dove non si muore mai:
Carissimi, per mesi avete fatto parte di me e trovarvi il giovedì
sera era non solo stimolante ma anche rassicurante... Nell’intimo
gioivo (troppo? allora diciamo mi rallegravo) dei progressi di ognuno,
mi piaceva vedere che quasi tutti (alcuni più di altri) imparavano
sempre meglio la parte, i più giovani poi mi surclassavano e
anche di questo mi compiacevo perchè in loro vedo l’energia
dei vent’anni, quella che ti contagia. Sinceramente non mi sono
piaciuto nello spettacolo: è vero non mi sono bloccato, non ho
fatto grosse cappelle (a parte ritardare il terzo colpo... ho ancora
in mente che girandomi ho visto Giulia sospesa in aria che chiedeva
“fammi cadere”) ma mi sono sentito statico, poco espressivo
(è un mio problema ben consolidato da anni di pratica). Però
vi assicuro che mi è bastato l’aver fatto quella cosa con
voi, aver condiviso un pò di ansia, le battute sdrammatizzanti,
la sfida, gli sguardi d’intesa, la reciproca accettazione che
mi è proprio piaciuta.
Quindi scusate se prima di brindare a degli attori in erba brindo a
delle belle persone, perchè questo ho visto e sentito e questo
mi resterà in qualche piega dell’anima, mentre le cose
di tutti i giorni hanno iniziato la rimozione delle parole faticosamente
messe a memoria (però non ho ancora la demenza senile, nonostante
l’età).
Vorrei ringraziare Franca, Gianni e Carlo per la passione, la pazienza,
la competenza, la comprensione: in certi momenti forse li abbiamo disorientati
ma hanno tenuto dritto il timone, riuscendo a portare la nostra nave
(guarda, le navi!!!!... e allora su per la passerella, sotto le gambe
dei marinai...) in porto.
Giulia
– Primo Anno - Interprete di “Cian Bolpin e le scarpe magiche”
da Il paese dove non si muore mai:
Molto spesso non riesco ad esprimere quello che sento ma grazie al teatro
ora riesco a mettermi in gioco molto di più. Sono sempre stata
una persona estremamente timida e questo mi ha molto ostacolato in varie
occasioni. Ho voluto superarmi e mi sono iscritta al corso di teatro,
che è sempre stata la mia passione principale. Mi ricordo le
prime volte che ho partecipato al corso...parlavo a malapena e non sapevo
come attaccare bottone con gli altri, come fare... Ora confronto la
situazione di allora con quella in cui sono adesso... sono migliorata,
mi metto in gioco di più, insomma... sono cambiata. E ho sentito
questa sensazione crescere lezione per lezione... ho cercato di andare
contro le mie paure e la mia timidezza. Durante tutto il corso ho legato
e conosciuto sempre di più le persone meravigliose che avevo
attorno: insegnanti e compagni. Ad ogni lezione mi sentivo veramente
felice e ancora adesso lo sono, ripensando al teatro. Allo spettacolo
ero tesa, stavo interpretando un personaggio completamente diverso da
me, pensavo di non farcela. E invece alla fine ce l’ho fatta.
Non so trovare le parole per descrivere ciò che ho provato. E
non so neanche come ringraziare i fantastici insegnanti che mi hanno
reso migliore non solo come “attrice” (grazie al loro metodo
di insegnamento veramente valido) ma anche come persona.
Christian
- Primo Anno - Interprete di “Cian Bolpin e le scarpe magiche”
da Il paese dove non si muore mai:
Un grazie di cuore per la bellissima esperienza che ci avete fatto vivere
in quest’ anno di corso, per la pazienza dimostrata con questo
gruppo di scalmanati, per i bei momenti passati assieme, per le emozioni
che ci avete fatto vivere, per quello che avete saputo trasmetterci
e per tutto quello che di buono abbiamo imparato da questa esperienza
che ci resterà nel cuore per tutta la vita.
Ho imparato che la recitazione è una forma di espressione che
insegna molto, in primis, come voi stessi ci avete insegnato, a liberarsi
di tutti quei limiti che noi stessi ci creiamo o che la società
moderna impone, a lasciarsi andare, per sentirsi liberi di esprimerci
come meglio crediamo con il proprio corpo, con i movimenti, con la voce,
per trasmettere emozioni.
Io mi sono affacciato al mondo della recitazione buttandomi in questa
esperienza proprio per questo, per cercare di togliermi tutte quelle
costrizioni che ci creiamo nella vita, per sentirmi più libero,
e per migliorare un po’ quell’“espressività
da comodino” che ritengo di avere.
Personalmente non avrei mai pensato che il teatro potesse dare una tale
scarica di adrenalina. L’emozione che si prova quando si apre
il sipario e la gioia di sentirsi applaudire alla fine dello spettacolo
sono sensazioni uniche e indescrivibili. E’ una lezione di vita.
Marta
– Secondo Anno - Interprete de “L’isola incantata”
da La tempesta di Shakespeare:
“Prima era il silenzio denso e profondo e il silenzio conteneva
tutte le cose”. E in tutto quel silenzio la mia voce doveva muoversi
verso il pubblico, come una bacchetta magica dava inizio all’incantesimo.
E la voce mi tremava ma sapevo bene cosa fare... la musica mi ha guidata
e allora li ho guardati tutti quei volti nelle prime file, li volevo
rapire, li volevo portare nella nostra favola.
E’ stato lungo il viaggio della nostra nave e nelle mie parole
c’era la gioia di un marinaio che dopo mesi di mare, in un mattino
di nebbia vede i propri occhi riempirsi di meraviglia: -”Terra!”-
volevo che lo sapessero i miei compagni di viaggio, che lo sentissero
bene- “Terra! Questo palco è nostro ora!” E volevo
la magia che alle prove del pomeriggio era mancata... ma poi il pubblico
in sala ha fatto la propria parte, ci ha dato la giusta carica e tanta
emozione.
E’ stata la più grande tempesta mai vista. Queste onde
ci hanno travolto, ci hanno mostrato abissi inesplorati… hanno
portato a galla racconti e sorrisi di un anno di lavoro.
E per me è stato quanto di più bello potessi sperare.
E che gruppo! Una grande ciurma, noi sì che potevamo affrontare
quel mare inquieto! Tutto è filato liscio, Prospero deve aver
ordinato ogni cosa con la sua magia: momenti di grande emozione si alternano
a balli, sorrisi, sottili ironie. E c’è tanta leggerezza.
L’emozione, la voglia di esserci, di dare il massimo, di disegnare
un sorriso su quei volti che guardano increduli: il teatro è
questo per me. E’ il desiderio di mettermi in gioco, di superare
i miei limiti, di comunicare, di arrivare alle persone, di dare. E non
perchè io sia un’attrice, ma perchè quegli attimi
di palcoscenico mi riempiono il cuore di gioia.. e gli occhi di lacrime!
Un pugno di emozioni, di momenti che conservo gelosamente.
Eh sì... le lacrime... stavamo per cantare la canzone finale
e non ce l’ho fatta proprio a trattenerle...la tensione, la felicità,
quel sentirsi vicino agli altri, alla persona che hai accanto e a quella
in ultima fila, lì in fondo alla sala... tutto questo è
tanto per me, per il mio piccolo cuoricino, in fondo qui sono solo Ariele,
uno spirito dell’aria! Uno spirito felice, ora che scrivo della
meraviglia che ha inondato la mia anima. Il teatro è fantastico,
come lo sono i miei compagni e le persone che ci hanno guidato verso
l’isola incantata. Grazie davvero.
E alla fine siamo arrivati in fondo. Prospero spezza la sua bacchetta
e le voci del coro si levano leggere, è il nostro ultimo dono
alle persone che ci hanno supportato in questo viaggio.
Queste onde di cui cantiamo portano tante emozioni, come nubi cariche
d’acqua prima della pioggia. Le soffiamo sugli spettatori e la
magia che tutto avvolge, rapisce e circonda ogni angolo del teatro.
Acqua trasparente. E dopo aver sognato in questa atmosfera dorata, lasciamo
che tutto resti sospeso nel vuoto... scompariamo dietro una nuvola di
stoffa azzurra. Finisce tutto nel blu del mare, nella tempesta che prima
ha distrutto e poi condotto sane e salve sino alla riva le nostre naufraghe
emozioni. Il telo vola sul palco. La magia è compiuta. Applausi
Andrea
– Terzo Anno - Interprete del varietà “Voglio vivere
così”:
Sono passati tre anni da quando ho visto la serata di presentazione
della scuola di Teatro Ossidiana, serata in cui sono venuto per curiosità,
senza alcuna intenzione di iscrivermi. In quell’occasione Carlo
e Titino ci hanno spiegato in cosa consisteva il corso, e Titino ci
ha fatto vedere un piccolo assaggio di Strada Carrara, allora ancora
in via di stesura. Che dire, quello che ho visto e sentito mi ha lasciato
a bocca aperta, ed inutile dirlo, quella sera non me ne sono voluto
andare prima di essermi assicurato l’iscrizione, ero entusiasta
tanto da non vedere l’ora di cominciare, ed ora posso dire che
non mi sbagliavo.
In questi tre anni ho visto me stesso e le persone del mio gruppo cambiare,
superare se stesse ed i propri limiti, aprirsi e formare un gruppo unito
come non avrei mai potuto immaginare. Già nei primi incontri
è nata in me un’autentica passione per il teatro, così
lontano da me stesso e dalla mia realtà quotidiana. Ma non è
solo questo, di mese in mese mentre si costruivano scene e spettacoli,
il gruppo cresceva ed anche i risultati artistici crescevano di livello
ad ogni prova, tanto da arrivare dopo tre anni a mettere in scena uno
spettacolo di varietà da presentare in più repliche, e
sorpresa più grande, il pubblico gradiva, e rideva alle nostre
battute! Ed a fine spettacolo, i complimenti del pubblico si sprecavano.
Il frutto di tanto lavoro è stato ampliamente ricompensato, l’emozione
dei primi applausi, il 20 Aprile all’Astra è un qualcosa
che non si può descrivere a parole, ma va provato. La voglia
e la gioia di stare sul palco, ed il forte desiderio di risalirci subito
non appena è finito lo spettacolo, sono un qualcosa che non mi
sarei mai aspettato da me stesso. Un gruppo di amici, così diversi
uno dall’altro, ma con un affiatamento unico è un altro
autentico miracolo. In questo percorso ho avuto la fortuna di avere
come maestri ed amici dei grandi professionisti che non si sono fatti
riserbo ad insegnarci i loro segreti, delle persone umane, incredibilmente
pazienti, sempre disponibili ed umili e che ci hanno dato molto e supportato
in ogni occasione. Non credo potrò mai ringraziarli abbastanza
se non facendo loro sapere che ricomincerei da capo oggi stesso. Grazie
di cuore.
Arianna
- Terzo Anno - Interprete del varietà “Voglio vivere così”:
Carissimi,
ringrazio ancora il giorno che con tanta determinazione cercavo un corso
di teatro (dopo l’ennesimo no delle accademie, ma oggi dico meglio
così) che mi facesse proseguire in questa mia forte passione
per il teatro ed ecco che in internet scopro Ossidiana (che fortuna!)
un giorno prima del provino... mi butto nonostante non fossi molto preparata!
Da quel giorno iniziarono 6 mesi fantastici e intensi!
Per prima cosa ho incontrato delle persone stupende, amici che con me
hanno condiviso il gioco del teatro e mi hanno accolto con tanto affetto
in un gruppo già formato: li ringrazierò a vita.
Poi ho incontrato l’esplosivo e grandioso Titino (grande attore,
lo ringrazierò a vita per Strada Carrara, non dimenticherò
mai le emozioni che è riuscito a regalarmi) che è riuscito
a farmi amare ancora di più il teatro... Poi Carlo (l’uomo
dei mille saperi) una grande persona, dolce, sempre imparziale e in
grado di trasmettere grandi lezioni di teatro e di vita ...e non per
ultimi perchè li considero i pionieri del tutto: Gianni e Franca!
Grazie per la disponibilità e la pazienza (scusate la mia scarsa
propensione al ballo e canto! che ridere) ho imparato moltissimo da
voi e non avevo mai ballato nè cantato in teatro, ma la cosa
più bella è che mi sono divertita!
Grazie Ossidiana.
|