Ossidiana
vanta una Scuola di Pittura e Disegno che, sotto la sapiente direzione
artistica di Toni Vedù, e grazie alla preziosa collaborazione
di validi ed apprezzati docenti è andata sviluppandosi e consolidandosi
per ciò che riguarda la struttura e la qualità dei percorsi
didattici proposti. Un nuovo ed interessante apporto viene quest’anno
dalla collaborazione di Federico Pillan e Michela Bogoni, una coppia,
a tutti gli effetti, di ar-tisti con solide basi di studi classici ed
anni di esperienza pittorica soprattutto per ciò che riguarda
l’arte figu-rativa e che hanno saputo simpaticamente coniugare
la passione con il lavoro, il piacere con l’utilità, affian-cando
la loro attività di pittori con quella di madonnari su commissione,
che permette loro di divertirsi girando il mondo. Ed ecco come Federico
Pillan ci parla della sua passione.
Come si è sviluppata la tua passione per la pittura?
Mi è sempre piaciuta, fin da piccolo. Poi, durante l’adolescenza,
ero appagato dall’essere “alla scoperta del mondo”,
e non ho più dipinto. Finché, a ventiquattro anni, di
colpo mi è sembrato tutto un già visto, e inoltre mi sentivo
chiamato a far parte di un mondo in cui non mi riconoscevo: quello degli
adulti, del lavoro. La pittura da allora è il mio rifugio e,
paradossalmente, il modo per comunicare le mie idee ad un modello di
società che mi sembra profondamente contro natura.
Quale è stato il tuo percorso artistico?
Ho imparato prima da autodidatta (ho frequentato anche un corso di modella
a Ossidiana), poi, a ventisette anni, sono entrato all’Accademia
di Belle Arti di Venezia, dove mi sono diplomato in pittura, con particolare
interesse per l’arte figurativa classica, il corpo umano, la fisiognomica,
che è l’arte di rendere i “moti dell’animo”
tramite lo studio dell’espressione del viso. Sei mesi dopo, grazie
a quella che ora è mia moglie e a vari mesi in Centro America,
ho preso coraggio e ho deciso di lasciare il mio vecchio lavoro nella
profumeria di famiglia. Ora dipingo su commissione e faccio il madonnaro
su richiesta. Le soddisfazioni più grandi sono il fatto che io
e mia moglie riusciamo a mantenere noi e nostra figlia dipingendo (ci
sembra di vivere senza lavorare!) e le sensazioni di forte estraniamento
che provo nel fare i miei quadri ad olio sulla figura umana. Preferisco
esporre i miei lavori in maniera indipendente, poiché credo che
l’eventuale valore di un artista debba essere letto nelle sue
opere, non nel curriculum di mostre che fa.
E’ difficile insegnare?
Dipende se si insegna a persone interessate o no. Insegnare ai bambini
è delicato e importante per la loro formazione futura, ma gli
adulti sono più attenti e motivati.
Cosa ti piace dell’insegnamento?
Le conseguenze che ne possono derivare: spero di riuscire a dare un
modo per esprimere le proprie emo-zioni a persone che evidentemente
ne sentono il bisogno. Insegno pittura e disegno, ma dico loro anche
che coltivare seriamente una passione è un’ottima via per
stare bene con se stessi, per isolare la propria anima dalle aggressioni
esterne.
Come procedi nei tuoi corsi?
Insisto sulle regole della tradizione classica. Grazie ad esse gli allievi
hanno delle ancore di salvezza a cui aggrapparsi nei momenti di dubbio,
e riescono a tirare fuori da sé il più possibile: la soddisfazione
più grossa per loro, e per me, è vedere progressi concreti
nelle loro capacità.
Disegno e dipingo davanti ai loro occhi: troppo spesso mi è capitato,
da alunno, di dovermi sorbire lunghi di-scorsi ma nessun insegnamento
pratico.
Cosa è necessario per diventare un bravo pittore? Quali sono
i tuoi consigli?
Il motore principale è sempre la passione. Ma all’inizio
si devono apprendere la teoria, la tecnica e accettare il fatto di fare
opere non eccelse. E’ il periodo più difficile. Poi, grazie
alla pratica, è tutto sempre più facile e gratificante.
Il consiglio migliore è quindi di tenere duro, crederci. Un altro
consiglio è di lasciare perdere i facili effetti che derivano
da un approccio superficiale verso l’arte del secolo scorso. Prima
ci si appropria delle regole, poi si va dove si vuole.
Oltre alla tecnica, si può trasmettere ad un allievo
anche il piacere profondo e appagante del dipinge-re?
Si, entrando in sintonia con lui, comunicando emozioni tramite i concetti
esposti.
Quali sono i tuoi progetti ed impegni futuri?
Dipingere sempre meglio, sfruttando anche le commissioni come occasione
per crescere. Girare l’Italia come madonnaro, unendo il lavoro
alla passione per i viaggi….e aspettare che mia figlia cresca
un po’ per poter ricominciare a girare il mondo!
Gianni Gastaldon
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